La storia che unisce gli Alpini con Rovereto Secchia non è una normale storia. È un qualcosa di magico, di particolare. È una storia nata nel 1970 e continuata fin ai giorni nostri. Una amicizia, quella che lega i ragazzi della maestra Tina Zuccoli e le Penne Nere trentine, che è valsa l'impegno per la costruzione - dopo il terribile sisma del 2012 - della Casa dello Sport Tina Zuccoli, a Rovereto Secchia appunto.
L'impegno per gli Alpini è stato importante, tant'è che ha significato due anni di lavoro, 25.000 ore prestate volontariamente, 780 mila euro impegnati per una struttura pubblica che sul mercato sfiora il milione e ottocento mila euro di valore. Circa 380 i volontari che si sono succeduti nelle settimane di lavoro. Sette i tecnici che hanno lavorato tutti gratuitamente.
La Casa dello Sport Tina Zuccoli, adiacente alla nuova palestra di Rovereto, si sviluppa su 600 metri quadri ripartiti su due piani. Al piano terra il Circolo UISP/Polisportiva Roveretana, quindi una capiente cucina dotata di ogni accessorio, in grado di sfornare fino a 400 pasti l'ora. Poi ancora i locali di servizio alla cucina (dispensa, bagni per il personale in servizio). L'ufficio della Polisportiva, quattro bagni pubblici e i locali tecnici.
Al piano superiore si può accedere o tramite una comoda scala interna oppure con l'ascensore. Di sopra si trova una grande sala che all'occasione può essere divisa in due parti grazie ad una parete mobile, una saletta per piccole riunioni, i servizi igienici (due) e una terrazza.
L'opera degli Alpini è stata completata con una costruzione di collegamento tra la casa stessa e la tensostruttura donata dalla Panini di Modena, dalla pavimentazione esterna e dal giardinetto provvisto di panchine.
Un particolare ringraziamento lo si deve al Comune di Novi, alla Onlus Tutti insieme per Rovereto e Sant'Antonio, alla Provincia Autonoma di Trento, all'Esercito, a tutti coloro che hanno fatto donazioni (privati, gruppi Alpini, Cooperazione Trentina, associazioni varie, Comunità di Valle).