Ferruccio Stefenelli

(dal libro Alpini una famiglia)

 

Ferruccio Stefenelli nasce a Trento il 9 luglio 1898 dall' avv. Giuseppe Stefenelli, noto irredentista, e da Maria Ranzi, nipote di Guglielmo Ranzi, ideatore e promotore del Monumento a Dante di Trento. Appena iniziati gli studi medi, in giovanissima età, lascia con la famiglia la casa natale per riparare in Italia.

Allo scoppio della guerra, poco più che 17 enne, si arruola volontario e frequenta la Scuola Ufficiali. Alla fine del corso, con il grado di aspirante, viene assegnato al III Rgt. Alpini, Btg. «Moncenisio», con il quale partecipa a varie azioni di guerra.

Il 19 giugno 1917, lanciato con il suo Battaglione nell'immenso rogo dell'Ortigara, ottiene la Medaglia d'Argento al V.M. con la seguente motivazione:

Durante 1'attacco di posizioni nemiche con mirabile coraggio e sprezzo del pericolo, trascinava ripetutamente i propri uomini all' assalto alla baionetta. Ferito, continuava ad incitarli alla lotta, dando luminoso esempio di coraggio e tenacia, non allontanandosi se non dopo avere assicurato la difesa della posizione conquistata.

 

Monte Ortigara, 19-6-1917 ».

 

Promosso Tenente, il 28 novembre dello stesso anno in un' azione arditissima, durante la quale si offre con i pochi superstiti di raggiungere una importante posizione, viene decorato con la Medaglia di Bronzo al V.M. La motivazione è la seguente:

Offertosi volontario malgrado le forti perdite subite, con pochi uomini e con quelli di altri due plotoni rimasti senza ufficiali, raggiungeva un'importante posizione resistendovi valorosamente fino a che non ebbe 1'ordine di ritirarsi.

 

Monte Tomba 28-11-1917».

 

Il 16 dicembre 1917 con una leggendaria azione a Col Caprile, la sua fama già collaudata di Alpino valoroso e dai nervi di acciaio, raggiunge il grado supremo.

Viene decorato di Medaglia d'Oro al V.M. con la seguente motivazione:

«Nativo di Trento e volontario di guerra, fu sempre primo in ogni combattimento. Vibrante di entusiasmo e di fede, volle partecipare ad un aspro attacco per la conquista di una posizione particolarmente ardua.

Conscio del pericolo cui si esponeva e che per la sua condizione speciale era di estrema gravità, alla testa di un nucleo di arditi, risolutamente si slanciava all' assalto, incurante dell'intenso fuoco nemico, che diradava sensibilmente i suoi uomini e, superati i due ordini di reticolati, con impeto travolgente raggiungeva l'obiettivo. Fatto segno a violente raffiche di fuoco da una vicina posizione avversaria con audacia indomabile si slanciava anche su questa, impegnandovi una lotta a corpo a corpo. Ferito gravemente ed accerchiato, coi pochi suoi uomini superstiti, da soverchianti forze nemiche, continuava a combattere con fulgido valore fino all' estremo, rinunciando ad ogni cura e rimanendo infine sopraffatto dal numero.

 

Col Caprile, 16 dicembre 1917».

 

Catturato prigioniero, viene condotto negli ospedali militari di Primolano, Pergine e Trento, ove, per fortuna, non viene riconosciuto e due giorni dopo viene trasferito ad altro Ospedale al di là del Brennero. In tal modo si salva miracolosamente dalla forca. Trasferito successivamente in un campo di prigionieri in Ungheria, nel 1918 tenta la fuga verso la Svizzera , ma viene fermato dalla gendarmeria militare e riportato in Ungheria, ove, poco dopo, viene liberato per la cessazione delle ostilità.

Nel 1920 costituisce e presiede il Comitato per la fondazione in Trento di una Sezione dell'Associazione Nazionale Alpini e dopo il 18 luglio 1920, formata la Sezione , ne è primo Vicepresidente e Segretario.

Nel 1922 e successivi presta servizio militare in Val Pusteria col Btg. «Trento» e nel 1927 inizia la carriera diplomatica, che lo porta a coprire importanti incarichi in Africa, in Australia, in Asia come Viceconsole, Console, Console Generale e Ambasciatore d'Italia.

Collocato a riposo, elegge la sua residenza nel ridente paese di Torbole, sul Lago di Garda, in una villa sul costone delle Busatte.

La morte lo coglie a Mezzolombardo il giorno 11 maggio 1980.

Le solenni esequie del valoroso Alpino e prestigioso diplomatico, vengono celebrate a Trento e a Torbole, presenti il Presidente Nazionale Bertagnolli con il Labaro Nazionale, Autorità, amici e uno stuolo di Alpini.