
La Sezione A.N.A. di Trento effettua il servizio di guardiania presso l'Ossario di Castel Dante a Rovereto in collaborazione con il Ministero della Difesa durante le domeniche ed i festivi.
NOTIZIE STORICHE
La Storia
Tra il 1922 ed il 1927, su di un colle che consentiva la visione di un ampio settore di fronte, vennero trasferiti dai cimiteri di guerra delle montagne circostanti, le salme di circa 3.000 soldati caduti.
Costruito nei pressi delle rovine del castello dei Castelbarco, di Lizzana, questo cimitero raggruppava un insieme eterogeneo di monumenti funebri uno diverso dall'altro, alcuni dei quali erano stati realizzati assemblando vari materiali bellici.
Alla fine degli anni ‘20, il Regime fascista, desiderando celebrare la "religione della Patria", decise di sostituire il cimitero con un imponente Sacrario Militare che oggi è il luogo della memoria, il simbolo più grande presente nel Trentino della tragedia della
guerra.
L'opera, progettata dall'architetto Fernando Biscaccianti, marchigiano ed ex ufficiale del genio, venne iniziata nel 1933 e ripresa, tra varie difficoltà, fra il 1936 ed il 1938, anno in cui il 4 novembre venne definitivamente inaugurata.
Dietro ad essa sono ancora visibili i ruderi di un pozzo e un lacerto delle mura dell’antico castello di Lizzana, citato già nel 1014 e raso al suolo dai Veneziani nel 1439, che la leggenda dice sia stata la dimora di Dante Alighieri nel 1302 -1304, al tempo di Guglielmo di Castelbarco il Grande.
La Via di accesso
Si accede al parco ed al Sacrario Militare attraverso un cancello metallico posto sul lato Nord del parco stesso.
Lungo la strada di accesso sono visibili, sulla sinistra, alcune trincee costruite tra il 25 e il 28 dicembre 1915, dalla 1a Compagnia del 114° Fanteria Brigata "Mantova", dopo che ebbe conquistato la posizione e poi difesa dai fanti della 207° Brigata Taro.
Superate le trincee, nei pressi della casa del custode, sulla destra, vi è un vecchio rovere che ricorda il simbolo araldico della città di Rovereto (Robo-retum).
Si arriva così al piazzale da cui parte la gradinata che conduce al monumentale portale di accesso alla costruzione. Nel piazzale sono presenti 4 cannoni (il 75/11 Deport prodotto in Italia, due 105/28, un Ansaldo/Schneider 75/27 Mod.11 italiano) e un obice da montagna 75/13 M15 austriaco e due pennoni portabandiera. Vi si trovano inoltre: la targa ricordo dell’occupazione dal 25 al 28 dicembre 1915 del 114° Reggimento di Fanteria Brigata Mantova, il monumento in memoria del Ten. d’artiglieria Ugo Petazzi, il monumento ai Legionari cecoslovacchi eroicamente caduti sul nostro fronte, il monumento in ricordo dei Caduti esumati dal cimitero di Brentonico e alcune targhe.
L'opera
Il Sacrario militare di Rovereto, conosciuto anche con il nome di Castel Dante, è una costruzione cilindrica, dotata di una cupola circolare metallica in stile neoclassico, posta sopra un basamento, formata da due gradoni concentrici a pianta circolare. Al suo interno sono ricavati tre gironi con i loculi di 20.287 soldati, noti ed ignoti, appartenuti agli Eserciti italiano (11.462 di cui 5996 ignoti), austro-ungarico (8674 di cui 3042 sconosciuti) e alla Legione cecoslovacca (151 di cui uno ignoto). Di un buon numero di loro i nomi, scolpiti sulle pareti, sono immediatamente visibili, grazie alla presenza delle ampie vetrate. Tra questi vi è anche il nome dell’unica donna qui tumulata, Suor Valeria suora infermiera deceduta a Riva nel 1919. Tra i loculi del girone esterno del piano terreno è posta la lapide che ricorda le Medaglie d'Oro della Legione trentina. Davanti ad essa arde una lampada perenne, collocata su un tripode in bronzo. Ai lati, due lapidi ricordano i roveretani caduti nella guerra 1915-18.
Due scale interne collegano il piano superiore a quelli inferiori. Al piano superiore si trovano l'altare in marmo, la Via Crucis in bronzo realizzata dallo scultore Castiglioni e le arche dei roveretani Damiano Chiesa, fucilato a Trento dagli austriaci il 19-5-1916, e Fabio Filzi, invece impiccato con Cesare Battisti il 12-7-1916 nel Castello del Buonconsiglio. Ai piedi di queste sono posti i monumenti donati dalle Associazioni degli Artiglieri e degli Alpini.
Al piano terreno, vi è il busto del Maresciallo d'Italia Guglielmo Pecori Giraldi che comandò la 1a Armata dal 9 maggio 1916 sino alla conclusione della guerra quando divenne Governatore civile e militare della Venezia tridentina a Trento. Nella cripta di questo piano, non accessibile al pubblico, riposano le spoglie di tutti i soldati italiani ignoti insieme a 7498 (di cui 3042 ignoti) soldati austro-ungarici traslati nel 1969-1970 provenienti dai cimiteri dismessi di Pergine (5185 di cui 1833 ignoti), di Passo Resia, Terragnolo e del Friuli.
Bisogna infine ricordare che a parte è collocata anche la lapide di sepoltura di 6 Caduti della 2°guerra mondiale qui traslati. (da fonte diretta di testi ufficiali, di librette fornite dal Personale del Sacrario con aggiornamenti dalla visione del registro originale dal 1938, da colloquio del 15-01-2015 e sopralluogo successivo)
Divina Commedia, Inferno XII, 4 - 9: Era lo loco ov’a scender la riva / venimmo, alpestro e, per quel che v’er’anco, / tal, ch’ogne vista ne sarebbe schiva. / Qual è quella ruina che nel fianco / di qua da Trento l’Adice percosse, / o per tremoto o per sostegno manco,/ che da cima del monte, onde si mosse, /al piano è sì la roccia discoscesa,/ ch’alcuna via darebbe a chi sù fosse: cotal di quel burrato era la scesa;