Puntualissima alle 6 di mattina del 10 luglio la squadra di alpini si raduna in quel di Castelnuovo da dove parte per la pacifica conquista di Cima Ortigara.
La colonna di mezzi risale la montagna fino ad arrivare alla Malga Civeron. Da lì si parte per l'ascesa vera e propria, quella a piedi.
Il primo breve tratto di strada forestale, con la sua leggera pendenza, ci scalda le gambe e ci accompagna fino all'imbocco del sentiero che si presenta come un dolce compagno di viaggio che vuol condurci in cima con tranquillità.
Nulla di più sbagliato! Bastano poche decine di metri per capirlo. Il percorso diventa un impervio ed implacabile zigzagare in un canalone dal quale si esce per inerpicarsi sul successivo ed altrettanto impegnativo pendio. La ripidezza d’altronde è uno dei tanti strumenti che la montagna ha per incutere reverenziale timore e pretendere rispetto dal viandante. E questa è la montagna: un ambiente severo e protettivo, stimolante e poco incline a perdonare chi non rispetta le sue regole.
Saliamo lasciandoci alle spalle la postazione del mortaio, il cimitero austriaco fino a far capolino sull'altopiano che ci conduce alla nostra mèta; alla nostra sinistra svetta il cippo austriaco ed alla nostra destra la Colonna Mozza.
Percorriamo questo sacro terreno quasi in punta di piedi per non disturbare la memoria di chi ha sacrificato la vita per la propria Patria. Osserviamo i resti dei baraccamenti, delle trincee, dei ricoveri scavati nella roccia. Una fotografia risalente al 1917, ora stampata su una piattaforma metallica, rende chiare le dimensioni dell'insediamento. Qui, a 2100 metri di quota, sorgeva una città.
Tra i vari punti informativi presenti nella zona ce n'è uno in particolare. E' "un angolo" da cui solo uno stolto può riuscire a non trarre insegnamento. E' l'infermeria, è scavata nella roccia, non è austriaca ma nemmeno italiana. Si tratta di un riparo scavato nella roccia; una zona franca utilizzata contemporaneamente da entrambi gli schieramenti. E questo dovrebbe far pensare parecchio.
Raduniamo la nostra piccola squadra nei pressi del cippo austriaco dove sfoderiamo il Vessillo Sezionale ed i Gagliardetti dei gruppi presenti per dedicarci ad alcuni doverosi e sentiti momenti cerimoniali per ricordare e rendere onore ai Caduti.
Da lì, sfilando, raggiungiamo la Colonna Mozza nei pressi della quale ci raccogliamo per qualche ulteriore istante di commemorazione.
Continuiamo la nostra visita a questo teatro di guerra e di morte guidati dalla storia bellica che ci viene narrata con assoluta dovizia di particolari da un paio di alpini “valsuganoti”.
Giunge l'ora di scendere. Riprendiamo quindi la via di casa raggiungendo gli alpini del gruppo di Castelnuovo che ci hanno invitati a concludere questa Camminata del Centenario presso la loro sede.